Un nuovo trattamento per un tumore raro
Il glioma pontino intrinseco diffuso (DIPG) è un tumore cerebrale infantile raro e, il più delle volte, fatale. Esso si…
Il glioma pontino intrinseco diffuso (DIPG) è un tumore cerebrale infantile raro e, il più delle volte, fatale. Esso si sviluppa in un’area del tronco cerebrale di difficile accesso, che controlla diverse funzioni vitali come la respirazione, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, per cui è quasi impossibile da rimuovere chirurgicamente. Il suo trattamento si limita alla radioterapia che raramente è efficace. Gli scienziati dell'Università della California a San Francisco hanno sviluppato un nuovo trattamento in grado di riconoscere una proteina anomala trovata esclusivamente sulle superfici delle cellule tumorali e di indirizzare una risposta immunitaria contro di essa.
Le specificità del DIPG
Se, da una parte, il sistema immunitario è in grado di distinguere una cellula sana da una infettata da agenti patogeni ispezionando gli antigeni presenti sulla sua superficie esterna, dall’altra, esso impara a tollerare le cellule, come quelle tumorali, che mostrano antigeni prodotti dal corpo stesso. I neoantigeni, infatti sono spesso troppo simili ai normali antigeni perché vengano riconosciuti come una minaccia e, se il sistema immunitario venisse indotto ad attaccare le cellule che mostrano frammenti di queste proteine mutanti, esso potrebbe anche imparare ad attaccare le cellule sane. Tuttavia, nei casi di DIPG non si presenta tale sfida: il neoantigene con cui i ricercatori stanno lavorando è un frammento dell’istone H3.3. Questa proteina muta allo stesso modo in circa il 70% dei casi di DIPG e tale mutazione è presente nella quasi totalità delle cellule tumorali.
Gli studi in laboratorio
Negli studi condotti in laboratorio, i ricercatori hanno accoppiato un frammento di proteina contenente l’istone H3.3 con un'altra proteina chiamata HLA A che è presente in circa il 40% dei pazienti con DIPG. Questa combinazione permette al sistema immunitario di riconoscere e di attaccare le cellule tumorali. In seguito, hanno prelevato dai pazienti uno dei principali tipi di cellule del sistema immunitario adattativo, ovvero le cellule t, e le hanno utilizzate per identificare il recettore che meglio rispondesse alla combinazione di proteine. Una volta trovato, lo hanno infuso in altri linfociti T che hanno fatto crescere in laboratorio. Hanno scoperto che queste cellule potevano effettivamente rallentare lo sviluppo del tumore nei topi.
Gli scienziati dell'UCSF hanno avviato uno studio in bambini con DIPG. Ritengono che le loro scoperte precliniche possano supportare lo sviluppo di un trattamento immunoterapico in cui alcune delle cellule immunitarie del paziente sarebbero geneticamente progettate per riconoscere la proteina mutante.