Tra comportamento e meccanismi neurali

Oggi parliamo delle ricerche di alcuni psicologi riguardanti il comportamento dell’uomo ed i meccanismi neurali che ne sono alla base. Una…

Oggi parliamo delle ricerche di alcuni psicologi riguardanti il comportamento dell’uomo ed i meccanismi neurali che ne sono alla base.

Una nuova tecnica per rilevare la menzogna

Le tecniche di lie-detection finora utilizzate richiedono l’utilizzo di domande-civetta presupponendo che chi interroga sappia già la verità in merito agli aspetti esaminati della persona sottoposta ad indagine. Un team di ricercatori del Dipartimento di Psicologia Generale dell'Università di Padova ha effettuato una ricerca per risolvere questo limite legato, in particolare, alla difficoltà di identificazione di false identità, questione portata alla ribalta dal terrorismo. Il team ha sviluppato una nuova tecnica computerizzata basata sull'analisi delle traiettorie percorse dal mouse quando un individuo risponde a domande sulla sua identità. L'analisi cinematica dei movimenti del mouse si è rivelata un indicatore attendibile dei processi mentali sottostanti alla elaborazione della risposta falsa. Nello specifico, quando un individuo mente, la traiettoria del mouse è meno lineare e presenta correzioni ripetute lungo il tragitto. Questa tecnica permette di classificare il soggetto come sincero o mentitore con oltre il 90% di accuratezza.

I neuroni che ci tengono svegli quando dobbiamo svolgere un compito importante

Vi siete mai chiesti come superiamo la naturale tendenza a dormire quando dobbiamo portare a termine un lavoro in scadenza o studiare per un esame importante? Un gruppo di neuroscienziati del Caltech ha identificato un gruppo di neuroni, chiamati DRNDA, che controlla la veglia nelle occasioni in cui è richiesta la nostra attenzione. Lo studio è stato effettuato sui topi, ma un analogo gruppo di neuroni è presente anche nel cervello umano. I ricercatori hanno utilizzato la tecnica dell'optogenetica su tali neuroni in topi che avrebbero dovuto dormire, rilevando che gli animali si mostravano improvvisamente vigili e svegli. Al contrario, silenziando queste cellule, i topi rimanevano addormentati, anche in presenza di stimoli salienti. L'esperimento dimostra che questo gruppo di cellule nervose si incarica di inviare segnali di arousal che mantengono svegli. Trasferire questa scoperta nell’uomo potrebbe aiutare a trattare le condizioni che implicano disturbi dell'attività vigile e della sonnolenza eccessiva.

Leggere “riattiva” il cervello

Una ricerca condotta da Michael Skeide del Max Planck Institute ha dimostrato che Imparare a leggere da adulti “riattiva” il cervello. Nello studio sono stati reclutati 30 adulti analfabeti del nord dell'India e, dopo aver mappato alcune aree del loro cervello con la risonanza magnetica, è stato insegnato per 6 mesi a 21 di loro l'alfabeto hindi. Al termine del periodo, ripetuta la risonanza magnetica, è stato riscontrato nel gruppo una maggiore attività della corteccia, la parte più esterna del cervello coinvolta nell'apprendimento. I cambiamenti dell'attività cerebrale hanno coinvolto anche il talamo e il tronco encefalico, due aree correlate con la coordinazione delle informazioni sensoriali e motorie. Questo studio potrà aiutare a comprendere i meccanismi della dislessia, perché i risultati mettono in discussione la diffusa convinzione che tale disturbo sia causato da un malfunzionamento del talamo. La ricerca ha dimostrato che il funzionamento di quest'area può essere migliorato in modo significativo con soli 6 mesi di allenamento alla lettura ed è possibile che i cambiamenti riscontrati possano avvenire anche nei bambini. I ricercatori dovranno condurre ulteriori ricerche ampliando il campione dei test.

 

I risultati delle ricerche di cui abbiamo parlato in questo articolo saranno d’aiuto in diversi campi; in particolare, nell’identificazione di false identità e nella cura di diversi disturbi. A giovedì prossimo!