Tecniche innovative contro i disastri naturali
Oggi vi parliamo di due tecniche che gli scienziati hanno sviluppato per poter prevedere i disastri naturali. Come prevedere le eruzioni…
Oggi vi parliamo di due tecniche che gli scienziati hanno sviluppato per poter prevedere i disastri naturali.
Come prevedere le eruzioni vulcaniche
Ancor oggi non si è in grado di prevedere con precisione le eruzioni vulcaniche, nonostante i danni che esse continuano a causare. Prendendo spunto dalle tecniche di previsione usate dai meteorologi, un gruppo di ricercatori dell'Université Savoie Mont Blanc a Chambéry sta sviluppando un approccio più affidabile per anticipare le eruzioni sfruttando i satelliti ed il metodo di assimilazione dati. Questi scienziati hanno applicato l'assimilazione dati ad un modello di vulcano per verificare se la tecnica consente di prevedere il valore critico della sovrappressione del magma, che, se raggiunto, indica l’imminente eruzione. Il team ha poi usato dati satellitari artificiali sul modo in cui si è deformato il terreno intorno al vulcano, per aggiornare il modello ed effettuare previsioni. Confrontando le loro previsioni con la simulazione di un vulcano, hanno rilevato che l'assimilazione dati è stata in grado di anticipare con precisione le variazioni di sovrappressione del magma. I ricercatori devono ottimizzare questa tecnica includendo altri fattori di previsione, quali terremoti ed emissione di gas.
Robot che camminano e volano senza il rischio di collisioni
I ricercatori del Massachussetts Institute of Technology hanno realizzato i primi droni con eliche e ruote, capaci di volare e di spostarsi in ambienti complessi senza il rischio di collisioni. Per la loro creazione, il team di studiosi si è ispirato ai “robot-scimmia” che, sebbene siano in grado di camminare, arrampicarsi ed aggirare ostacoli, non riescono a spostarsi autonomamente senza scontrarsi fra loro. Questo problema è stato risolto grazie all'elaborazione di algoritmi che rendono i droni più sicuri. Le nuove macchine potranno essere impiegate in diversi ambiti, come quello del soccorso; nello specifico, esse avranno il compito di rilevare i danni e di cercare le vittime in caso di incidenti e calamità naturali. I primi test condotti in una “città-modello” hanno portato a risultati positivi: ogni drone è riuscito a completare il suo percorso senza entrare in collisione con i suoi simili.
Un algoritmo per individuare gli tsunami
Un team di ricercatori della Sapienza di Roma e del Jet Propulsion Laboratory della NASA ha sviluppato un nuovo algoritmo, chiamato VARION, che permetterà di individuare in tempo reale gli tsunami prima che raggiungano la costa. Nello specifico, il movimento degli tsunami sposta l’aria sovrastante generando delle perturbazioni nell’atmosfera, note come onde di gravità. Dato che l’atmosfera terrestre è sempre più rarefatta, procedendo verso l’alto, queste onde di gravità si amplificano fino a che la loro ampiezza è tale da causare variazioni nella densità elettronica della ionosfera, lo strato dell’atmosfera che si estende da circa 80 km a 1000 km al di sopra della superficie terrestre. Queste anomalie vengono misurate utilizzando un segnale GNSS, come quello GPS. VARION utilizza tali osservazioni per individuare le perturbazioni associate agli tsunami.
Grazie ai metodi di cui abbiamo parlato in questo articolo sarà possibile salvare le vite di chi abita in zone ad elevato rischio di calamità naturali. Al prossimo articolo!