Nuove soluzioni per l'industria alimentare

Oggi parliamo del modo in cui la scienza e la tecnologia contribuiscono a trovare nuove soluzioni per la produzione, distribuzione…

Oggi parliamo del modo in cui la scienza e la tecnologia contribuiscono a trovare nuove soluzioni per la produzione, distribuzione e controllo del cibo.

Come sarà il cibo del futuro

Transformative Appetite è un progetto lanciato dal MIT per creare dei cibi autotrasformanti, ovvero cibi che cambiano forma quando vengono a contatto con l’acqua al momento della cottura. I ricercatori hanno creato delle pellicole bidimensionali partendo da materiali commestibili, come amidi, proteine e cellulosa, facendo in modo che queste possano assumere forme tridimensionali ben precise quando sono messe in pentola. La trasformazione è una piegatura da 2D a 3D e avviene attraverso un avvolgimento indotto dall’idratazione, una auto-frammentazione indotta dalla temperatura. La riduzione a due dimensioni degli alimenti diminuirà sensibilmente i costi di spedizione del cibo e risparmierà molto spazio di stoccaggio, rendendo il trasporto più efficiente.

Un nuovo strumento per individuare le sostanze tossiche nel cibo

L'Enea di Frascati sta mettendo a punto uno strumento per individuare contaminanti e sostanze non dichiarate nel cibo, senza bisogno di trasportare i campioni in un laboratorio specializzato. La tecnologia utilizzata è la spettroscopia infrarossa che, grazie alla luce del laser, identifica con precisione le sostanze tossiche presenti nel cibo senza che le sue molecole vengano alterate. Lo strumento è stato messo alla prova su diversi prodotti come il pesce, dove ha individuato la presenza di istamina, una sostanza che indica il suo cattivo stato di conservazione. Il gruppo di ricerca intende realizzare dispositivi portatili, in cui il raggio laser viaggi lungo una fibra ottica o venga sostituito da un LED, oppure un'App per smartphone che permetta al consumatore di fare uno screening del cibo che sta per acquistare.

Conoscere la mappatura del genoma per la produzione del tè

Il tè, ricavato dalla pianta Camellia sinensis, è la bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua, secondo i dati della FAO. I suoi rendimenti di crescita rischiano di rallentare fortemente a causa del cambiamento climatico. Secondo le stime FAO, anche se la produzione rischia di crollare, la domanda di tè continuerà ad aumentare. La soluzione a questo problema è racchiusa nella mappatura del genoma della pianta del tè, completata dagli scienziati dell’Istituto Kunming. Grazie ad essa, sarà possibile estrarre dal genoma le informazioni necessarie per ottimizzare la crescita della pianta. Ad esempio, si potranno identificare i marcatori molecolari che ne favoriscono la resistenza agli stress ambientali ed utilizzarli per creare una nuova generazione vegetale con determinate caratteristiche.

 

In questo articolo abbiamo parlato di tre soluzioni che vedremo realizzarsi nei prossimi anni nel settore alimentare. A giovedì prossimo!