L'utilizzo di nanoparticelle per lo sviluppo di nuovi farmaci
I ricercatori dell'Università di Lincoln, nel Regno Unito, hanno ideato una nuova tecnica per rendere i farmaci più "smart": attraverso…
I ricercatori dell'Università di Lincoln, nel Regno Unito, hanno ideato una nuova tecnica per rendere i farmaci più "smart": attraverso l’unione di proteine e nanoparticelle d'oro, essi diventano capaci di agire su particolari aree del corpo. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.
Cosa sono e come funzionano le nanoparticelle d’oro
Le nanoparticelle d'oro sono sfere di piccolissimo diametro, costituite da atomi d'oro che possono essere rivestite da una proteina biologica e combinate con farmaci per consentire al trattamento di viaggiare attraverso il corpo e raggiungere l'area interessata. Le nanoparticelle possono trattenere sulla loro superficie farmaci che altrimenti diventerebbero insolubili o si degraderebbero rapidamente nel flusso sanguigno, e, grazie alle loro piccole dimensioni, possono superare le barriere biologiche, come le membrane, la pelle e l'intestino tenue che di solito impediscono ai farmaci di raggiungere la zona target. Tale tecnologia trova applicazione nei test di gravidanza, ma non è ancora ampiamente utilizzata per lo sviluppo di farmaci.
La realizzazione della nuova tecnica
Fino ad ora il processo di rivestimento delle nanoparticelle richiedeva che le proteine utilizzate venissero mescolate assieme a particelle che non avevano la capacità di controllare le modalità di assemblaggio, rendendo il farmaco potenzialmente meno efficace. Il nuovo metodo consente, invece, di posizionare le proteine sulle nanoparticelle d'oro strato per strato, in un ordine specifico. Ciò mantiene l'integrità della proteina e aumenta l’efficacia del farmaco, aprendo nuove possibilità per lo sviluppo della nanomedicina. I ricercatori hanno prelevato frammenti di proteine da batteri e vermi piatti, che, una volta uniti insieme, si legavano efficacemente alla superficie delle nanoparticelle d'oro ed erano in grado di formare legami stabili con qualsiasi altra proteina bersaglio su cui era stato incluso un "tag" specifico.
Le nanoparticelle d'oro sono uno strumento essenziale per lo sviluppo di nuovi farmaci e di sistemi di somministrazione degli stessi. Questo metodo può favorire la progettazione di nanomedicine che non necessitano di un'estesa modifica chimica di un farmaco proteico o di un nanovettore, e che quindi possono essere sviluppate più facilmente e velocemente. Si tratta di una tecnica universale per legare le proteine alle nanoparticelle; essa funzionerà per la maggior parte delle proteine, rendendo tale processo più interessante per le aziende farmaceutiche. Il metodo potrebbe anche essere applicato a biosensori e kit diagnostici che utilizzano l'oro, come quelli usati in contesti clinici per identificare infezioni in corso nel sangue dei pazienti.